Devi aprire un E commerce? Vuoi conoscere quali sono gli adempimenti fiscali per intraprendere questa attività commerciale online? Questa è la guida giusta per conoscere come aprire la P.IVA e tutta la normativa fiscale di un e-commerce.
E-commerce normativa fiscale
Noi di Computeria web agency Salerno, oltre a realizzare tecnicamente varie tipologie di siti web e quindi anche di e-commerce, molte volte accompagniamo, o meglio indichiamo il cliente su come pianificare l’apertura di un e-commerce e quali sono i passi da fare dal punto di vista fiscale e previdenziale per essere in regola con l’apertura di un sito di commercio elettronico.
In questo post ti indicherò in molto molto schematico i 4 passaggi obbligatori della normativa fiscale per aprire un ecommerce e come essere in regola con il fisco italiano.
E-commerce Normativa fiscale e adempimenti previdenziali – 4 Passaggi per essere in regola:
Abbiamo visto in un precedente articolo come iniziare a vendere online .Ora entriamo più nel dettaglio e spieghiamo quali sono gli adempimenti fiscali per vendere su un e-commerce.
Vendere prodotti, beni e servizi con un sito web di e-commerce viene considerato in Italia come una qualsiasi attività commerciale cosiddetta fisica. Esatto, un ecommerce è fiscalmente considerato come un vero e proprio negozio fisico. E come tale deve sottostare a tutti gli adempimenti fiscali e previdenziali richiesti dalla legge italiana. Il gestore o meglio il titolare dell’ecommerce deve essere a conoscenza della normativa fiscale.
Di conseguenza chi vuole intraprendere un’attività di vendita online, deve obbligatoriamente iniziare ad aprire la Partita IVA. E come un qualsiasi altro negozio, deve sottostare ad altri adempimenti fiscali e previdenziali.
Un’attività di vendita online quindi va pianificata nei minimi dettagli e per pensare di avere successo, bisogna, tante volte, anzi sempre, avvalersi anche di professionisti specifici per ogni attività da svolgere.
Come abbiamo scritto in un precedente articolo, innanzitutto bisogna iniziare a conoscere il significato di e-commerce e una volta capito cosa significa davvero avere un sito di commercio elettronico, si può pensare ad iniziare a progettare questa attività.
Non mi voglio dilungare sulle varie possibilità che abbiamo nello scegliere come vendere online, ma in quest’articolo mi voglio soffermare, sulla parte puramente fiscale e dare le giuste indicazioni sugli adempimenti fiscali da adempiere.
Passaggio 1 – Iscrizione al registro delle imprese presso la Camera di Commercio:
Insieme all’apertura della P: IVA deve essere effettuata l’iscrizione nella sezione “commercianti” del registro delle imprese della Camera di Commercio di competenza.
Si tratta di un adempimento da effettuare in modo contestuale rispetto all’apertura della partita Iva. L’iscrizione al registro delle imprese ha dei costi legati agli oneri annuali, e che sono di circa un centinaio di euro all’anno.
Passaggio 2 – Aprire la Partita IVA:
Per iniziare a vendere online con un ecommerce, la prima cosa da fare obbligatoriamente insieme all’iscrizione alla Camera di Commercio, è aprire la Partita IVA. Perché è obbligatorio aprire la Partita IVA anche per un e-commerce? Poiché un negozio di commercio elettronico, come scritto prima è uguale sotto ogni punto di vista a un negozio fisico, anche per un ecommerce è obbligatorio aprire la P.IVA.
E’ obbligatorio nel momento in cui l’attività che svolgiamo è caratterizzata da abitualità e continuità. Sfatiamo il mito che al disotto dei 5.000 € non è obbligatorio aprire la Partita IVA. Non è vero che entro questa soglia si può sempre intraprendere, a prescindere, qualsiasi attività economica (imprenditoriale o di libera professione) senza aprire la partita IVA.
Una partita IVA può essere aperta in diversi regimi: in regime ordinario, in regime forfettario o agevolato.
Che cos’è la Partita IVA:
La partita IVA è un codice alfanumerico necessario per identificare un contribuente(società o una persona fisica) composto da 11 cifre (in parte identificative e in parte di controllo). Come indicato dalla stessa denominazione, la partita IVA è quindi un numero che fa riferimento all’Imposta sul valore aggiunto (IVA), una tassa indiretta applicata sulla produzione o lo scambio di beni e servizi. Molte imprese o società che aprono la partita IVA devono poi iscriversi al Registro delle imprese (Camera di Commercio). E quindi oltre alla P.IVA bisogna anche iscriversi alla Camera di Commercio. continuare con gli adempimenti
Come Aprire la P.IVA:
Aprire la partita IVA è un procedimento che richiede cura e attenzione. Normalmente questo adempimento (come altri) vengono gestiti dal commercialista. Ma in tutti i casi tutte le informazioni in merito alla documentazione da presentare sono riportate nel sito internet dell’Agenzia delle Entrate.
Oltre ad un documento di riconoscimento in corso di validità contenenti i dati personali, per aprire la partita IVA è necessario consegnare all’Agenzia delle Entrare uno dei seguenti documenti:
- Modello AA9/12: si tratta del modello che deve essere utilizzato per regolarizzare la posizione fiscale di imprese individuali e di lavoratori autonomi. È il documento utilizzato da persone fisiche titolari di partita IVA.
- Modello AA7/10: è il modello utilizzato in caso di soggetti diversi dalle persone fisiche, ovverosia in caso si società, enti o associazioni.
Per procedere con l’apertura della partita IVA, è necessario anche comunicare all’Agenzia delle Entrate il codice ATECO che viene fornito durante l’apertura dell’attività per identificarla. Inoltre, gli iscritti al Registro delle imprese o al Repertorio delle notizie economiche e amministrative (Rea) devono seguire la cosiddetta Comunicazione Unica entrata in vigore con il d.l. n. 7/2007.
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Quanto costa aprire la P.IVA?
Il costo da versare alla Camera di Commercio per aprire la Partita IVA varia dalle 53,00 € a un massimo di 128,00 €. Questo importo dipende dalla natura giuridica dell’impresa.
Passaggio 3 per aprire E-commerce: Presentazione della scia in Comune:
Contestualmente all’apertura della P.IVA, bisogna presentare la scia (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) al Comune di residenza dove risiede l’attività commerciale. Cioè bisogna presentare la dichiarazione di inizio di attività commerciale al Comune. Questa presentazione della scia va fatta ovviamente anche per i siti di e-commerce. Questo obbligo ha degli oneri economici che non sono molto costosi. Ma quello che è importante è che obbligatorio presentare questo documento altrimenti non puoi intraprendere l’inizio di attiva commerciale online.
Passaggio 4 – Gli adempimenti previdenziali obbligatori:
Ripeto, poiché fiscalmente un ecommerce è considerato uguale a un negozio fisico, il titolare dell’attività commerciale online è obbligato all’iscrizione alla gestione commercianti dell’Inps. Si tratta di un regime previdenziale che prevede il versamento di quattro rate annuali di contributi fissi.
Tali contributi vanno versati obbligatoriamente a prescindere dal reddito raggiunto nell’anno fiscale. I contributi coprono un reddito fino a circa 15.000 €. Superata questo importosono dovuti ulteriori contributi calcolati in percentuale.
Approfondimenti: E-commerce B2c e B2B: Quali sono i punti in comune e le loro differenze
Per concludere: La fatturazione ai fini dell’IVA per gli e-commerce.
Abbiamo visto i 4 passaggi fondamentali e obbligatori per intraprendere un’attività di e-commerce e la normativa fiscale. Ma per concludere il post vorrei trattare l’argomento fatturazione. Aspetto anche esso importante per una qualsiasi attività comemerciale, sia poi che essa tratti beni e servizi sia reali che virtuali.
Esistono due tipologie di e-commerce:
- E-commerce diretto;
- E-commerce indiretto
Dal punto di vista fiscale questa tipologia di vendita comporta delle differenze sostanziali.
Si intende per e-commerce diretto quando la transazione e il bene sono scambiati sono online. Questo significa che l’intera transazione, ordine consegna e pagamento avvengono interamente per via informatica.
Si tratta di vendita di prodotti virtuali quali (software, immagini, testi, film e musica), che vengono acquisiti attraverso il “download” del cliente.
Dal punto di vista dell’IVA queste operazioni sono assimilate alle prestazioni di servizi e variano a seconda se queste prestazioni avvengono tra Business to Business (B2B) oppue Business to Consumer (B2C).
Invece con l’e-commerce indiretto, la cessione avviene via internet ma la consegna dei beni avviene tramite canali tradizionali (consegna del bene tramite corriere).
Ai fini dell’IVA tali operazioni sono assimilate alle vendite per corrispondenza.
Si tratta di cessioni di beni non soggette ad obbligo di fatturazione (se non richiesta dal cliente), ne all’obbligo di certificazione mediante emissione dello scontrino o ricevuta fiscale. I corrispettivi delle vendite devono essere comunque annotati nell’apposito registro dei corrispettivi. (Oggi invece tramite invio telematico).
Anche nell’ e-commerce indiretto, dal punto di vista dell’IVA possiamo avere casi diversi:
prestazioni Business to Business (B2B) oppue Business to Consumer (B2C).
In tutti i casi, questo post del blog, non vuole sostituire in nessun modo la consulenza di tanti commercialisti e consulenti fiscali. Ma ha voluto solo dare delle chiare indicazioni su i passaggi da effettuare per avviare un sito di e-commerce e anche per rendere chiare le idee su come bisogna muoversi per intraprendere questa attività e la normativa fiscale che sta dietro all’apertura di un e-commerce
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